Il decreto-legge contro la produzione di carne sintetica

Da qualche settimana la carne sintetica è entrata nel dibattito pubblico, dopo che il governo italiano ha approvato un disegno di legge con l’obiettivo di vietare la produzione di alimenti e mangimi sintetici, e di bloccare la loro immissione sul mercato.

La decisione dell’esecutivo è finalizzata ala tutela della salute umana e del patrimonio agroalimentare, come si legge nella nota di Palazzo Chigi.

Il decreto-legge ha aperto una discussione intorno all’argomento. Nell’articolo di oggi cercheremo di fare chiarezza sulla carne sintetica, andando a vedere cos’è e come si produce, e infine esaminando cosa prevede il decreto.

Cosa si intende con “carne sintetica”

Partiamo col dire che il termine “carne sintetica” è improprio. La dicitura più corretta e aderente alle caratteristiche di questo prodotto è “carne coltivata”.

Il processo attraverso il quale viene prodotta prevede la riproduzione di cellule muscolari e tessuti muscolari animali, a partire da cellule staminali animali, tramite un sistema comprovato e sul quale comunque si stanno effettuando numerosi studi.

Gli strumenti utilizzati sono dei bioreattori, un termine che non deve far pensare a nulla di avveniristico: si tratta, con le dovute differenze, di qualcosa di uguale ai fermentatori, usati per fare la birra, e non certo da oggi. 

Da queste prime righe si capisce quindi come la carne sintetica, anzi coltivata, non sia un sostituto di quella animale.

Non va quindi associata a tutti quei prodotti di origine vegetale, oggi in commercio come sostituti della carne per diete vegane, vegetariane, o semplicemente più salutari. La carne coltivata è quindi carne animale sotto tutti i punti di vista. La differenza è che viene prodotta in laboratorio, e non con la macellazione dell’animale.

Con una biopsia si preleva un certo quantitativo di tessuto, che poi viene portato in laboratorio. Alcuni esperimenti più recenti stanno provando a passare dalla biopsia a un semplice e meno invasivo prelievo di sangue. In ogni caso, l’animale resta in vita.

Sebbene il dibattito sul tema sia stato acceso, tanto a livello politico quanto mediatico, finora si tratta solo di esperimenti. La produzione di carne sintetica in massa è ancora un obiettivo molto lontano, così come di conseguenza anche una diffusione capillare nel settore della ristorazione e in quello della grande distribuzione. 

 

Le sanzioni per chi produce e vende carne sintetica

Come visto, quindi, quello della carne sintetica, anzi della carne coltivata per essere più precisi, è un problema che non riguarda un futuro così immediato, anche se in alcuni Paesi al di fuori dell’Europa, come gli Stati Uniti d’America, gli esperimenti siano in fase avanzata, ed è stato dato il via libera alla vendita di carne di pollo prodotta in laboratorio.

Il governo italiano ha voluto però portarsi avanti con il lavoro, introducendo un divieto di produzione della carne sintetica. Il decreto-legge prevede quindi la messa al bando degli alimenti nati in laboratorio, sia per la produzione sia, di conseguenza, per la commercializzazione.

L’esecutivo ha raccolto la richiesta fatta da mezzo milioni di italiani, firmatari di una petizione lanciata da Coldiretti con l’intento di salvaguardare la qualità e l’identità dei prodotti portati sulle nostre tavole e tra i nostri scaffali. 

Uno stop che ha seguito una discussione pubblica che aveva interessato già la farina di grilli. Il governo sembra quindi fortemente intenzionato a continuare sulla linea della difesa dei prodotti considerati più “naturali”.

Il divieto imposto dall’esecutivo italiano riguarda sia gli alimenti destinati al consumo da parte dei cittadini, sia a quelli prodotti come mangime per gli animali. Si tratta quindi di carne, ma anche di pesce e latte sintetico. 

Ma cosa prevede in particolare la bozza del decreto del 28 marzo?

Il governo italiano ha pensato a norme stringenti e a pene abbastanza dure. Chi violerà le disposizioni sarà infatti passibile di una multa che andrà da un minimo di 10mila euro a un massimo di 60 mila, oppure fino al 10% del fatturato totale realizzato nell’ultimo esercizio chiuso anteriormente all’accertamento della violazione, quando tale importo è superiore a euro 60mila.

Il decreto prevede poi, ovviamente, la confisca del prodotto illecito e anche la chiusura dello stabilimento di produzione.

Inoltre, la proposta di legge prevede che ci trasgredisce le norme sia escluso dall’accesso a contributi, finanziamenti e agevolazioni, tanto dello Stato italiano quanto da parte dell’Unione europea.

Il decreto interessa chi produce, vende, distribuisce o somministra qualsiasi alimento prodotto in laboratorio, a partire da cellule animali. 

Bisogna aggiungere come questi divieti non saranno applicati a prodotti che siano stati fabbricati o commercializzati in un altro Stato dell’Unione europea.

Questa sottolineatura è necessaria, poiché fino a questo momento non vi è un regolamento unitario a livello comunitario; tuttavia, nel caso l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) autorizzasse l’utilizzo di carne sintetica, l’Italia non potrebbe opporsi alla sua distribuzione, in virtù delle norme che regolano la libera circolazione dei beni e dei servizi, caposaldo del mercato europeo.

La carne sintetica: la difesa della salute dei cittadini e dell’ambiente

Il decreto del governo italiano ribadisce come fino a questo momento non esistano evidenze scientifiche che ci possano far affermare quale sia l’impatto della carne sintetica sul nostro organismo.

Proprio perché ancora in fase embrionale, la sperimentazione sugli alimenti sintetici lascia ancora perplessità all’interno della maggioranza, che si è voluta muovere proprio per prevenire eventuali conseguenze negative per i cittadini.

Fino a che non ci saranno verifiche su questo tema, il governo italiano sembra voler prendere la strada della prevenzione. Uno stesso discorso vale per quel che concerne la sostenibilità ambientale, un altro aspetto legato alla produzione della carne sintetica.

Teoricamente, la diminuzione degli allevamenti intensivi dovrebbe avere un impatto positivo sull’ambiente, e anche sulla vita degli stessi animali. Anche in questo caso, nel decreto si rimarca come non esistano ancora evidenze scientifiche che corroborino questa tesi, evidenziando anche come vi siano ricercatori e scienziati che anzi mettono proprio in dubbio la correlazione tra produzione di carne sintetica e miglioramento dell’ambiente, puntando la luce anche sui possibili danni che potrebbe causare ai sistemi agricoli.

Il governo, tramite il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, ha voluto sottolineare come non vi sia nessun intento persecutorio, ma come la maggioranza abbia voluto essenzialmente tutelare la salute dei cittadini, oltre che la produzione, la biodiversità e l’ambiente.

Sul tema si è espresso anche il ministro della Salute, che ha ribadito come in gioco vi sia il benessere dei consumatori e la salvaguardia del patrimonio e della cultura agroalimentare del nostro Paese. Voci critiche si sono alzate da chi invece vede nel decreto un passo indietro rispetto alla ricerca sulla carne sintetica, che potrebbe avere ripercussioni positive a livello ambientale.

Il decreto-legge presentato il 28 marzo prevede quindi il divieto di produzione e vendita di carne sintetica, un tema che sicuramente interesserà il dibattito scientifico e politico anche nei prossimi anni.

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