Soldi e fortuna: perché mangiamo cotechino e lenticchie a Capodanno

L’anno sta per volgere al termine e anche stavolta fervono i preparativi per festeggiare la notte di Capodanno.

E come ogni festività che si rispetti non mancano le tradizioni da seguire fedelmente a tavola: per il cenone dell’ultimo dell’anno stiamo parlando ovviamente del binomio cotechino e lenticchie, da mangiare rigorosamente dopo la mezzanotte per attirare su di sé la buona sorte come la leggenda vuole.

Ma da dove deriva la credenza di una fortuna destinata a chi consuma questo piatto allo scoccare del nuovo anno? La tradizione ha origini lontane, più di quanto possiamo pensare, arrivando fino agli antichi romani quando la lenticchia era un legume particolarmente pregiato e sinonimo di buona sorte negli investimenti.  In età medievale poi, secondo le testimonianze, il cotechino ha iniziato ad affiancare la lenticchia in merito a questa usanza.

Nel corso dei secoli la tradizione ha resistito passando per diverse culture ma sostanzialmente il principio è rimasto lo stesso: lenticchie e cotechino a Capodanno portano soldi e fortuna. 

Andiamo allora a vedere come si è evoluta questa tradizione con il tempo, fino ai giorni nostri. Infine, ci concentreremo sulla ricetta più tradizionale per gustare un buon piatto di cotechino e lenticchie a tavola non senza dare uno sguardo agli abbinamenti più sfiziosi da proporre.

Il cotechino nelle tavole, simbolo di buon auspicio

A Capodanno non può mai mancare nelle tavole il cotechino, in molte culture considerato un simbolo di buon auspicioin occasione di questa festività. È un insaccato tradizionale italiano, tipicamente consumato durante le festività invernali (in particolare a Capodanno, appunto).

Il cotechino è un piatto a base di carne suina, solitamente preparato con parti magre e grasse del maiale, insieme a spezie e aromi. È caratterizzato dalla sua consistenza morbida e succulenta che diventa cremosa e compatta una volta cotto.

Di solito, il cotechino viene cotto in acqua bollente per diverse ore fino a quando la carne non diventa morbida e pienamente cotta. Oltre a essere un piatto gustoso, questo insaccato è anche un’importante fonte di proteine e grassi ed è apprezzato per il suo sapore unico e la sua versatilità culinaria.

Le origini del cotechino vengono fatte risalire con tutta probabilità al Friuli Venezia-Giulia anche se si tratta di un piatto che viene tipicamente consumato in tutto il nord Italia, con una concentrazione elevata – come abbiamo visto – soprattutto in concomitanza delle festività natalizie.

Ma secondo gran parte degli storici il primo vero cotechino sarebbe il muset o museto friulano, a base di rifilature magre del muso del suino mescolate a lardo, cannella, pepe, noce moscata, coriandolo e chiodi di garofano, sottoposto a volte a una leggera affumicatura naturale.

Agli albori il cotechino era considerato un piatto povero della tradizione, spesso da abbinare a zuppe di legumi e minestrone: la sua preparazione viene fatta risalire addirittura al XIV secolo. 

Il cotechino con il tempo è diventato nell’immaginario comune sinonimo della festa, del calore della casa, della famiglia riunita per le grandi occasioni tanto che lo storico Corrado Barberis lo definisce un piatto a “forte socialità gastronomica”.

Come nasce la tradizione di cotechino e lenticchie a Capodanno

Non solo cotechino, a Capodanno la tradizione va rispettata se si fa l’accoppiata con le lenticchie. Ma da dove deriva questa usanza di mangiare cotechino e lenticchie allo scoccare della mezzanotte?

La tradizione vuole che, se si consuma questo piatto nel corso della notte di Capodanno, allora ci si assicura la buona sorte dalla propria parte. Il “portafortuna” di cotechino e lenticchie a Capodanno rappresenta una delle associazioni più note della cultura popolare italiana. 

Le prime testimonianze di questa credenza si hanno addirittura dai tempi degli antichi romani. Infatti, in quel periodo storico la lenticchia era un legume particolarmente pregiato e, sebbene ancora non accompagnata dal cotechino, veniva vista come simbolo di buon auspicio per gli investimenti futuri se mangiata dopo la mezzanotte del 31 dicembre.

Inoltre, per gli antichi romani era usanza diffusa regalare un sacchetto di lenticchie ad amici e parenti augurando che questo potesse simboleggiare un’importante entrata di denaro nel futuro prossimo. 

L’abbinamento della lenticchia con il cotechino durante la notte di Capodanno arrivò probabilmente in età medioevalequando questo piatto a base di carne venne introdotto nella tradizione da Pico della Mirandola.

Era il 1511 quando il grande filosofo e umanista suggerì ai propri concittadini di macellare i maiali nelle stalle e di conservarne la carne direttamente all’interno della cotenna dei suini, con annesse delle spezie.

Secondo i racconti, il metodo consigliato da Pico della Mirandola fu apprezzato soprattutto per la bontà e i tempi di preparazione: una volta appurato che grazie a questa procedura si poteva avere la carne pronta in circa due settimane, si usava macellare la carne nel periodo di Santa Lucia affinché fosse pronta per festeggiare il nuovo anno.

D’altronde il maiale di per sé è di buon auspicio per un anno di sazietà e abbondanza: nei secoli è sempre stato associato ad un significato di pienezza, benessere e ricchezza. Non dimentichiamo che i salvadanai sono spesso realizzati a forma di maialino. Inoltre, in molte culture nordeuropee è diffusa l’usanza di regalare e mettere a tavola maialini di marzapane come augurio di buona sorte.

Cotechino e lenticchie: ricette e abbinamenti

Vediamo ora come preparare cotechino e lenticchie in cucina tra ricette e abbinamenti da proporre. 

Gli ingredienti necessari per preparare questo piatto sono: 

  • 300g di cotechino precotto
  • 300g di lenticchie secche
  • una costa di sedano
  • una carota
  • una cipolla
  • qualche foglia di alloro
  • due rametti di rosmarino fresco
  • brodo vegetale a sufficienza
  • sale
  • pepe.

Innanzitutto, bisogna mettere le lenticchie secche per almeno un paio d’ore in acqua fredda mentre il cotechino va cotto in acqua bollente. Parallelamente, va preparato il soffritto pulendo e tritando sedano, carota e cipolla a cui bisogna aggiungere un po’ d’olio; per un paio di minuti poi si saltano in padella a fiamma bassa.

Al soffritto vanno aggiunte le lenticchie (nel frattempo ammollatesi nell’acqua fredda) dopo averle ben sciacquate, insieme a sale, pepe ed erbe aromatiche. Coprire poi le lenticchie con brodo vegetale caldo e cuocere per circa mezz’ora dopo aver apposto il coperchio. Avvenuta la cottura, eliminare le erbe tenendo da parte le lenticchie cotte.

A questo punto bisogna attendere il termine della cottura del cotechino per trasferirlo su un tagliere, lasciarlo raffreddare qualche minuto e spellarlo. Successivamente, tagliarlo a fette di un paio di centimetri e servirlo su un piatto di lenticchie. 

Non mancano gli abbinamenti a tavola con un buon piatto di cotechino e lenticchie. Una possibile opzione è rappresentata sicuramente dal purè di patate, usanza diffusa soprattutto nel modenese. Il purè di patate cremoso e vellutato, infatti, si sposa perfettamente con la consistenza del cotechino e delle lenticchie, creando un equilibrio di sapori e texture.

Anche un’insalata di finocchi fresca e croccante con una spruzzata di limone può essere un’ottima scelta che crea un contrasto di freschezza e acidità che bilancia la ricchezza del cotechino e delle lenticchie.

Un buon bicchiere di vino rosso, come un Chianti o un Barolo, completa il pasto abbinandosi bene al sapore intenso del cotechino e delle lenticchie. E tutto è pronto per sperare, anche quest’anno, in un futuro di buon auspicio.

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